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...BIOGRAFIA
Federico Pinto Schmid in arte DiPinto nasce a Orbetello il 6 maggio 1988. Di origine maremmane ma porta nel sangue le
influenze artistiche tedesche. Difatti trascorre la sua infanzia tra Porto Ercole ed Eschenlohe in Germania per ritrovare periodicamente il padre scultore e pittore, Mario Alexander Schmid,
circondato dalla natura e colori nel suo personalissimo studio-abitazione.
Oltre alla forte sensibilità artistica, trasmessa inevitabilmente dal padre, accresce in lui anche uno spirito libero,
irrequieto e ribelle.
Spinto dal desiderio di indipendenza si apre al mondo del lavoro senza però dimenticarsi di coltivare e sviluppare, in
totale libertà da autodidatta ,il suo lato artistico che vede come unica "via di fuga dalla realtà".
Gloria Laura Ricciardi
...PERSONALE
La casa dove vivo è un appoggio temporaneo, il mio corpo ci si muove all'interno, ma solo per ripararsi dal freddo.
È così da quando la mia anima non vive più con me. No, non pensate che questa sia una storia triste, è la più bella che mi sia mai capitata.
Fino a pochi anni fa vivevamo insieme, ma non andavamo per niente d'accordo, mi chiedeva libertà e io non potevo averne, lavoravo troppo.
Non pensavo che sarebbe potuto accadere,ma quando se n'è andata, ha iniziato a mancarmi moltissimo! La parte di me che mi tartassava continuamente e di cui finalmente mi ero liberato, era in realtà il motore che mi teneva al riparo dalla routine di un quadrato di cemento pieno di spazzatura, da cui non potevo uscire.
L'ho cercata ovunque, mi ero quasi arreso, finché un giorno, mentre cercavo svago tra colori e tele di poco valore, si è presentata davanti a me.
Non potevo crederci, non se ne era mai andata, piuttosto aveva rispettato il mio bisogno di silenzio e si era fatta viva quando io l'ho toccata.
Sì, quando per la prima volta ho dipinto ho toccato la mia anima, non l'ho fatto volontariamente, eppure è successo.
Da quel giorno è tornata a parlarmi, diceva le stesse parole di sempre, ma per me non erano pesanti come un tempo, anzi, riuscivo a seguire la sua voce che per la prima volta diceva cose piene di significato.
Vi starete chiedendo cosa sia successo dopo: un cambiamento rivoluzionario alla mia abitudinaria esistenza.
La pittura è diventata la mia vita, ah se l'avessi ascoltata prima quella voce, forse non avrei perso tempo, chissà.
Ma se c'è una cosa di cui sono sicuro è che è stata la mia salvezza, una boccata d'aria fresca dopo anni di cattivi odori.
Vivo in una casa che non mi appartiene, e la mia anima è di nuovo andata via, ma questa volta non l'ha fatto perché mi agitava, bensì per portare il mio corpo in paesi lontani.
A volte vorrei essere con lei, che è al caldo e al freddo allo stesso tempo, che conosce ricchezza, che vive altre vite. Ma poi ricordo che la mia anima è e sarà sempre dentro di me, anche se a 15.000 km di distanza, e che se non fossi io a sfregarla sulla tela, lei non sarebbe proprio da nessuna parte.
Angelica Sabatini
...CRITICA
La sua arte astratta si compone di demarcazione, corposità e cromatismi.
Trae ispirazione dagli influssi del suo istinto e dalle reazioni che gli procura la natura e il mondo
circostante.
La sua è una pennellata fluida e senza tempo, le forme delle sue tele scivolano con sincretismo e volatilità da una
produzione all’altra ,ogni tratto si pone come un passaggio storico artistico rispetto a quello precedente; il segno che diventa un ponte resiliente e allo stesso tempo saldo rispetto alla
narrazione cromatica successiva.
La sua produzione più recente si distingue per caratteristiche nette e autentiche, colori vividi e fluidi,
corposità del tratto, riassumibili in tre visioni chiave : fluidità, demarcazione e cromatismi variabili.
“Netti” e “Materia”, le ultime due serie, sono il risultato di un percorso lungo e vissuto, fatto di anima, istinto
e colore da sempre.
In ‘Materia’ la composizione del quadro e delle forme si delinea sulla tela composita all’occhio ma limpida alla
lettura; il percorso dei tratti atavico e primordiale rimanda a sogni ancestrali; i segni materici e sfocati delle tempere e dei pastelli fondono i contorni aprendo alla mente variabili
possibilità di combinazioni e letture senza una collocazione geografica e temporale ma solo spirituale, un disegno in divenire.
‘Netti’ apparentemente immortala il senso di staticità dell’essere con gli acrilici pieni e solidi ed i contorni
scuri in contrasto stridente; è solo una fermata apparente, una sosta, che non preclude la possibilità di ripartire.
La composizione fatta di geometrie chiuse comunica per contro mobilità ed evoluzione.
Gli acrilici brillanti e ricchi trasudano sicurezza all’interno di perimetri in pennarello, leggibili,stabili.. netti
appunto.’
Violante Flaminia Santoro
…COMEBRUCOINFARFALLA
Esiste un tipo di memoria, quella che ho quando suono il pianoforte, che
mi fa posizionare la mano in maniera precisa, sui tasti corretti e al momento giusto. Non ragiono a come muovere la mano, ma sono concentrata a leggere di che nota si tratti. Le mani vanno
da sole,istruite primordialmente e senza alcuna parola. Esistono dei percettori inconsci che certe cose le fanno capire, non serve dovergliele spiegare ogni volta.
La memoria ha qualcosa di meccanico, non di certo poetico. Eppure il
risultato di quel gesto mnemonico e tecnico, è un tocco delicato di ogni corda, ma di quelle umane non di acciaio come le ha un pianoforte.
La bellezza di un gesto è che può essere di uso quotidiano: una chiamata del taxi, uno strofinare l’interno del bicchiere
lavandolo,un pizzicotto simpatico alla dolce metà. Un gesto è comandare alle nostre vie periferiche del corpo di trovare un’altra collocazione nello spazio. Ma se la nostra mente ha altre
necessità che lavare le stoviglie o comprare qualcosa? Se la nostra mente ha desiderio di concretizzare quello che produce? Se la nostra mente ha istinto di liberarsi come un albero che butta via
le sue foglie? È allora che affida all’ottimo scolaro,le nostre mani, di raccontare di quale incrocio di sensazioni e immagini è costituita in quel momento.
I disegni, le forme, i colori di Pinto Schmid sono il risultato di un equilibrio fra un istinto educato ed una confusione
addomesticata,il tutto trainato da una fiducia nel gesto.
Rivedo una sua tela bianca che viene “formata” di immagini libere, scaturite dalla confusione. Immagini plastiche che
possono allargassi e restringersi ,immagini che sorgono dalla confusione, quasi emergono alla vista quali identità già finite che aspettano solo che l’occhio di Federico le noti per essere messe
al centro dell’attenzione,ma non isolate. Come solista in un’orchestra. Allestito e decorato, il soggetto smette la sua voce di attenzione e così termina il quadro. Più semplicemente, parlo di linee,curve,dimensioni che si intrecciano diventano confini entro i quali nasce una forma.
“Oggi la riapparizione di una forma è quasi leggenda. Oggi la rinascita di una forma può riportare al vertice il divenire di un pensiero puro originale
arrivato sulla terra stanca.”
diceva negli anni ’80 Umberto Mastroianni, un artista italiano, a proposito della sua idea di scultura. Ed anche
per Federico Pinto Schmid , un tubetto di colore aspetta di essere
trasformato in forma, non perché non l’abbia già, ma come bruco in farfalla
Federico Pinto Schmid (b. 1988), known as DiPinto was born in Tuscany, Italy. DiPinto grew up between Porto Ercole in Italy and Eschenlohe in Germany. He was surrounded by art since he was very young. DiPinto spent a lot of time in his father’s house and studio, the sculptor and painter Mario Alexander Schmid. His father’s home was very peculiar, surrounded by nature and colors.
DiPinto is a self-taught painter. His artistic research is mainly influenced by abstract expressionism, Italian Informalism and childhood memories.
“The most remote memory dates back to when I was 7-8 years old. I was at school and, quite often, instead of listening to my teachers I was deeply engaged in my abstract drawings made by pen at that time. I remember asking myself: will I ever be able to put together in a harmonically way curved shapes with straight ones? This and other early questions have contributed in so many ways to my current research. That is my drive to work continuously in the exploration of colors and shapes.”
DiPinto keeps living and working in two very diverse places: Italy and Switzerland. He primarily paints instinctively, starting from chaotic scenarios, then working on the composition to obtain harmony and balance between shapes and colors. His creations are a balanced synthesis between well established experience and the constant research for novelty. Applying different techniques, the artist creates harmonious but strong, energetic compositions.
Despite the young age, DiPinto has participated in various important exhibitions in Europe. In 2018 he was awarded the “1st Prize Stendardi d’autore” in Painting. Also in 2018 he completed the artistic residences “Arte in Viaggio” in Grosseto and “Artbahnof Milano” in Milano, both in Italy. His artworks can be found in private collections all over the world: Switzerland, Singapore, California, Bahrain, New York, Luxembourg, Italy, among others.